Villa Reale, i botti del fallimento

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Festa privata in Villa Reale. Sabato scorso un imprenditore brianzolo ha affittato parte della reggia del Piermarini e a fine serata ha messo in scena uno spettacolo pirotecnico per i suoi ospiti.

Dopo lo stupore è arrivata la polemica. Già, perché il sindaco, Dario Allevi, ha detto che non ne sapeva nulla, che era all’oscuro di tutto. Peccato che con la sua carica ricopra anche quello di presidente del Consorzio della Villa Reale. Uno scivolone, anche se poi il primo cittadino è corso ai ripari, facendo sapere che d’ora in avanti cambieranno le regole. In realtà, per gli altri, le regole in materia di fuochi artificiali e botti, le aveva già cambiate, firmando un’ordinanza che li metteva al bando. Non solo, anche i tradizionali fuochi di San Giovanni erano già stati spostati per questioni di sicurezza.

In questa vicenda, quello che colpisce è anche altro. Su tutti il fatto che chiunque (a patto di avere una certa disponibilità economica) può noleggiare il gioiello di Monza. Che, è bene ricordarlo, è stato recuperato dopo anni di oblio. Per riportarlo all’antico splendore Regione Lombardia ha investito quasi 20 milioni di euro sui 24 necessari. Il resto li ha messi il concessionario che ora gestisce gli spazi. Di fatto, il pubblico ha messo l’80 per cento della cifra e i cittadini non possono usufruire di un bene che sarebbe anche – anzi, soprattutto – loro. In compenso, i privati ne possono godere. Come dimostra la festa di sabato e il contratto di affitto firmato con Luxottica, che dal 1° novembre allo scorso 5 dicembre ha trasformato gli spazi della Villa in un bunker per i suoi ospiti.

A conti fatti, quella dell’ultimo periodo ha tutte le caratteristiche per essere etichettata come una gestione fallimentare. Che rischia di allontanare sempre di più il pubblico. Da tempo si vocifera di una chiusura della Villa dal lunedì al mercoledì, con apertura a partire solo dal giovedì. Visite col contagocce, verrebbe da dire. Come se non bastasse ancora non si nulla della programmazione per il futuro. E di mostre in grado di richiamare il grande pubblico non si fa più cenno. Ovviamente, se il complesso sarà aperto solo a singhiozzo diventerà sempre più difficile poterle realizzare.

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