Caccia al tesoro per biglietti e bus

bus Monza

Biglietti che non si trovano, bus vuoti ad ogni ora, vie trasformate in autostrade per pullman. Regna il caos nei trasporti pubblici cittadini.

È la fotografia che emerge dalla cronaca locale e dalle lamentele degli utenti che si sfogano sui social. E, giusto per non farsi mancare nulla, anche dall’altra parte non siamo messi proprio bene: le aggressioni a conducenti e controllori, che fanno solo il loro dovere cercando di far rispettare i regolamenti, stanno diventando sempre più frequenti. Per onor di cronaca, e per evitare che qualcuno strumentalizzi la cosa, diciamo subito che le aggressioni sono messe in atto sia da italiani che da stranieri. Almeno in questo non vi è distinzione.

Trovare un biglietto per salire sui pullman “muniti di apposito tagliando” sta diventando un’impresa impossibile. Il fatto è che i rivenditori non acquistano più ticket e abbonamenti perché devono anticipare i soldi e il margine di guadagno si è assottigliato arrivando ad un risibile tre per cento. Ecco perché in molti stanno lamentando il fatto che i biglietti sono sempre più introvabili.

I mezzi sono vecchi, e spesso così vuoti che finiscono per essere uno spreco di risorse pubbliche. Si potrebbe pensare ad una semplificazione delle tratte, che non coincide con la loro cancellazione, tutt’altro.

Ci sono poi dei disagi che si possono definire cronici. Su quasi tutte le linee i ritardi si accumulano dalla palina di partenza fino al capolinea, con un progressivo e costante aumento a mano a mano che si sommano le tappe. Sui social capita spesso di imbattersi in commenti di utenti esasperati dal servizio. Qualcuno racconta di essere arrivato ad attendere anche 60 minuti in più rispetto al previsto prima di scorgere l’autobus che l’avrebbe riportato a casa. Non sono pochi poi quelli che si lamentano della penuria di mezzi dopo le 20. “Paghiamo l’abbonamento come tutti gli altri – scrivono nelle loro bacheche virtuali – abbiamo diritto ad un servizio completo come tutti gli altri. Nessuno ci rimborsa le corse di cui non possiamo usufruire”.

Allora, se le cose stanno così, sarebbe il caso di intervenire. Di presentare e rendere operativo il piano della mobilità, di cambiare le carte in tavola anziché limitarsi a replicare sui social. I disservizi sono sotto gli occhi di tutti. Cominciare ad invertire la rotta di sicuro sarebbe più apprezzato che limitarsi a controbattere via web.

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