Addio vacanze, la prima gabella del rientro arriva dai parcheggi.

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L’aumento del costo dei parcheggi era entrato in vigore lo scorso 30 giugno. La decisione, presa dall’amministrazione di centro destra, in direzione opposta a quanto veniva detto durante la campagna elettorale, aveva fatto mugugnare residenti e lavoratori. Ma con l’estate alle porte il tempo per valutarne gli effetti era troppo esiguo. Il vero banco di prova è adesso. Con gli stalli, sempre più blu, che stanno tornando a riempirsi. In media, l’aumento è di 1 euro e 50 centesimi in più all’ora.

Il piano degli aumenti è stato giustificato, come si legge nel comunicato fatto circolare a suo tempo dall’amministrazione con l’obiettivo “di responsabilizzare i cittadini per un approccio alla mobilità sostenibile, salvaguardando le esigenze delle varie tipologia di utenza che fruiscono dei parcheggi, l’uso degli autoveicoli è anche conseguenza di notevoli flussi di traffico in città, di inquinamento”. In parole povere un modo come un altro per scoraggiare l’uso dell’automobile in città. Un esperimento fatto anche altrove, ma dove è stato accompagnato da  importanti misure di potenziamento dei mezzi pubblici. Senza dimenticare che, per legge, gli enti locali dovrebbero garantire un adeguato numero di posti liberi e senza limitazione oraria nella stessa zona in cui sono presenti le strisce blu. Non farlo significa impedire la libertà individuale di movimento. La legge parla chiaro (qui trovate una spiegazione esauriente della questione). I Comuni, invece, sembrano interpretare gli articoli del codice della strada per garantirsi una fonte mascherata di introito.

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