MonzainBici: “Ciclisti dimenticati, le uniche novità sono negative”.

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Sono in giro, pedalano sulle loro due ruote, sono mamme, bambini, adulti, professionisti, un esercito che si sposta col mezzo più ecologico che esista, per lavoro o nel tempo libero, eppure la loro sembra una categoria invisibile. Nessuno li ascolta, in pochi li considerano. Sono i ciclisti. Non quelli della domenica che occupano le carreggiate, ma quelli che la bicicletta la usano tutti i giorni.

In città esistono 28 chilometri di piste ciclabili. Frammentate. Forse pochi, ma, soprattutto, di difficile utilizzo, come rimarca Massimo Benetti, numero uno di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) a Monza: “Le piste ciclabili esistenti sono scollegate tra loro, non danno quella continuità, e quindi quella sicurezza, di cui avrebbero bisogno i cittadini che utilizzano la bicicletta. Su quel poco che c’è, non viene fatta manutenzione, obbligando chi usa la bici a dover usare le strade normali anche quando la ciclabile ci sarebbe”.

La mobilità sostenibile non sembra essere una priorità, come dimostrano i dati diffusi dal Centro Studi Continental su base Istat. In città, a differenza degli altri capoluoghi di provincia in Lombardia, non c’è stato alcun aumento delle piste ciclabili. Per essere più chiari l’incremento è stato pari a zero. Non solo, Benetti denuncia anche uno stato di incuria e un generale peggioramento negli ultimi mesi: “Lungo la pista ciclabile di Via Regina Margherita sono stati installati degli ostacoli che impediscono il normale scorrimento delle biciclette. Ora, per attraversare strade su cui hanno la precedenza, i cittadini che si spostano in bici devono scendere e di fatto dare invece la precedenza a chi si sposta in macchina.Tutto questo, nel nome della sicurezza. La macchina sembra avere la precedenza su tutto, nella pianificazione e negli interventi. In questo modo non si incentivano mezzi alternativi e non si possono trovare soluzioni a traffico, smog e incidentalità”.

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