“Il tutto esaurito è un ricordo”. Basterebbe questa frase pronunciata da un addetto ai lavori, che vuole rimanere anonimo, a sintetizzare quanto sta accadendo nel settore turismo in città.
Aggiungiamoci anche che un noto albergatore, intervistato da un giornale locale, ha dichiarato di aver rilevato un calo del 12% sul numero di presenze in questi primi mesi del 2018. Un vero e proprio schiaffo registrato anche dai suoi colleghi, che ci hanno parato di una contrazione delle presenze tra il 10 e il 15%.
Per quattro anni di fila il settore aveva fatto registrare aumenti record. Nel 2017, anche se dati ufficiali ancora non esistono, in città si sono registrate circa 89mila presenze. Se la contrazione di questi primi mesi dovesse mantenere lo stesso andamento, alla fine dell’anno le strutture ricettive avranno registrato 20mila presenze in meno. E i conti sono presto fatti. Al costo del pernottamento si aggiungono quelli del giorno precedente o di quello successivo (e cioè pranzo o cena, colazione, acquisti, visite guidate), oltre alla tassa di soggiorno. Tradotto vuole dire che alla città mancano quattro milioni di euro.
Nel 2015, sulla scia di Expo, il numero di presenze e dei pernottamenti erano aumentati in maniera consistente. Ma il dato era salito anche dopo. Poi l’inversione di tendenza degli ultimi mesi. I motivi sono molteplici: alcuni strutturali, altri contingenti. Per quanto riguarda i primi sembra incredibile, ma la terza città della Lombardia è carente dal punto di vista dei collegamenti e delle infrastrutture. Per i secondi, invece, bisogna indagare il recente passato. fino a poco tempo fa gli eventi in grado di muovere l’intera filiera del turismo sono stati numerosi: i grandi concerti nel parco, gli Open Golf d’Italia, la partenza dell’ultima tappa del Giro d’Italia, la messa del Papa, solo per citarne alcuni. Negli ultimi tempi, invece, a voler essere più precisi da quando è cambiata la guardia in Comune, Monza sembra essersi dimenticata delle proprie capacità attrattive.
A Monza X Esempio 