Illuminazione pubblica, un pasticcio che si trascina da troppo tempo.

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Nell’estate del 2016 era al vaglio un progetto di project financing per la gestione ventennale dell’illuminazione pubblica. Il Comune lavorava a braccetto con Acsm Agam. Proprio in quei giorni però arriva una proposta analoga da parte di Enel, interessata alla questione. Si tratta di un’offerta ufficiale, che rispetta tutti i vincoli del codice degli appalti. Ma il direttore generale dell’epoca rifiuta l’offerta, in carica c’è la precedente giunta, quella di centrosinistra per intenderci.

Alla lunga si rivelerà un errore. Enel si oppone. E come succede in questi casi si va per vie legali. In un primo momento la spunta il Comune, ma poi arriva la decisione del Consiglio di Stato che annulla il bando perché la decisione del direttore generale del Comune è illegale. Tutto fermo.

Un passo indietro: il bando serviva a riqualificare l’intero parco dei lampioni, a sostituire le lampadine inquinanti e meno efficienti con altre di ultima generazione.

Ora i pali della sono di proprietà del Comune, la conseguenza è che Enel ha disdetto il contratto di manutenzione. Prima era un manutentore attivo, che interveniva in tempo reale. Adesso le così non sono così. Nonostante le segnalazioni dei cittadini passa del tempo prima del ripristino della luce. Di fatto, gli interventi sono più lenti. Nel frattempo, le vecchie lampade al mercurio che consumano e inquinano di più aspettano ancora di essere sostituite.

A conti fatti il risultato è pessimo. Allora viene da rivolgere una domanda: cosa si può fare?

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