La città immobile

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Diventa semper più difficile raccontare Monza, che da qualche tempo a questa parte sembra essere diventata una città immobile. Anzi, peggio, perché la maggior parte degli indicatori porta con sé un segno negativo.

La radiografia è impietosa. E inversioni di tendenza, almeno per ora, non se ne registrano. Allora elenchiamo cosa è accaduto e cosa sta accadendo. Sono argomenti che abbiamo già trattato, ma metterli in fila uno dietro l’altro fa un certo effetto. Partiamo dal cimitero. A questa giunta non bastava aver aumentato il costo dei servizi cimiteriali a carico delle famiglie. Il nuovo regolamento, basta andarselo a leggere, parla chiaro: se non paghi prima ti puoi scordare la sepoltura del caro estinto. Tanto per essere precisi ecco cosa dice, nero su bianco: “L’erogazione del servizio è subordinata al previo pagamento della tariffa”. Sempre in tema di aumenti come non ricordare quello dei parcheggi. Anche in questo caso non ci inventiamo nulla. Qualcuno potrebbe leggere il rialzo delle tariffe come un disincentivo all’uso dell’auto, a favore di una mobilità leggera. Peccato che del piano urbano del traffico non vi sia traccia, che i mezzi pubblici siano scarsi, sempre in ritardo e trovarne uno alla sera è come cercare acqua nel deserto. Per non parlare delle piste ciclabili. “Dimenticate” ha denunciato poco tempo fa il comitato “MonzainBici”. E visto che siamo in tema di strade va sottolineato che qui qualcosa si è mosso. Qualche arteria è stata asfaltata a nuovo. Peccato che per un intervento sacrosanto – la posa della fibra – le strade siano state aperte e rattoppate col cemento. Col cemento! Autisti, pedoni, ciclisti e motociclisti, fatevi il segno della croce anche se per attraversare la città forse non è abbastanza.

Sempre a proposito di mobilità. Qualcuno sarebbe così gentile da dirci che fine ha fatto lo studio di fattibilità per la metropolitana. Passato questo treno di finanziamenti, la città sarà costretta ad aspettare il prossimo. Eppure l’opera servirebbe adesso, ora. A dirla tutta, serviva già ieri.

Trasporti e mobilità, mancanza di eventi. Una triade che messa insieme è riuscita a far registrare un calo del turismo. Il primo dall’anno dell’Expo.

A proposito di turismo. La Villa Reale è a un passo dalla chiusura settimanale. Sarà visitabile solo dal giovedì, o addirittura dal venerdì, alla domenica. Il ristorante al piano terra ha chiuso lasciando spazio a un bistrot, che spegne le macchine per il caffè ancora prima che finisca l’ultima visita, e il Belvedere è orfano della Triennale.

Insomma, Monza ha tutta l’aria di essere una città in ritardo. Peggio di uno di quei rapidi che attraversavano l’Italia. Alla questione ritardi si ascrive, di diritto, la vicenda dell’appalto rifiuti. Dagli scranni del Comune avevano detto che non si sarebbe perso neppure un giorno. Come è andata a finire è sotto gli occhi di tutti.

Ma qualcosa si muove. Ebbene sì. In pompa magna è stato annunciato l’arrivo dei militari in città. Ben 15. Tradotto significa un militare ogni 8.266 abitanti. In effetti un grande passo avanti per la sicurezza. Per non parlare del fatto che ora gli animali domestici avranno libero accesso ai cimiteri comunali. Bene, ma non benissimo. Bene per i nostri amici a quattro zampe e i loro padroni, lo diciamo senza ironia. Non benissimo perché non è da qui che si innalza il livello di benessere di un’intera città.

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